Leggo da Il Fatto Quotidiano una bellissima notizia: la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di un padre che contestava l'affidamento del figlio alla madre, in quanto questa lesbica e convivente con l'attuale compagna. I giudici con l'ermellino (adoriamo la livrea, toppissima) hanno infatti considerato non valide le motivazioni del padre, tacciandole anzi come "mero pregiudizio", a prescindere quindi dal contesto religioso e culturale da impartire al bambino.
Beh, uno schiocco di dita qua è doverosissimo, complimenti al Palazzaccio!
Ora la spiego meglio alla Franca, e a tutte le bionde che fanno fatica a capirci qualcosa di diritto. In primo grado e in appello, i giudici avevano confermato l'affido del pupetto alla mamma, anche se questa era una mezza tossica e lesbica. Il padre, di origine musulmana (ma poteva essere anche devoto di Padre Pio, poco importa), ha fatto ricordo in Cassazione.
Che significa? si ricorre in terzo grado (cioè in cassazione) quando si contesta l'iter che hanno seguito i giudici (sia in primo grado che in appello) non tanto nello svolgimento dei processi ma nell'applicare la legge, fino a scomodare in questo caso il famoso articolo 29 della nostra bella Costituzione , che si basa sul concetto di famiglia naturale. Questo era stato già scomodato per quanto riguarda un'altra sentenza che avevamo discusso qui un po' di tempo fa. La Corte Costituzionale ha quindi ribadito il concetto che nella Costituzione italiana non ci sono discriminazioni di natura sessuale nella fondatezza del matrimonio e della famiglia, e mentre la volta scorsa essa aveva rimbalzato al Parlamento l'attuale vuoto legislativo a riguardo (che tale è rimasto, perché a Montecitorio se ne sbattono), questa volta i giudici hanno evidenziato come due donne e un pupo possono essere considerati una famiglia come scritto sulla Carta, alla faccia delle solite facce da clero come Giovanardi che affermavano il contrario.
La senstenza poi rimbalza anche l'articolo 30, che si occupa dei figli fuori dal matrimonio, equiparandoli a quelli nati all'interno del matrimonio, e attraverso un giro abbastanza contorto apre uno spiraglio a quello che tutti dovrebbero già dare per scontato: i figli sono tutti uguali, i genitori sono genitori prima delle scelte sessuali, e il diritto alla famiglia (società naturale, fondata sul matrimonio) è di tutti. Ora caffè perché mi gira la testa, ho pensato troppo!
Bella non me la dai a bere! Dove l'hai copiata la seconda parte? :P
RispondiEliminaLe porto il caffè!
RispondiEliminami sono perso dopo il palazzaccio...colpa della tinta!
RispondiEliminaIo ho guardato solo le figure...
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