La butterò sul ridere perché noi, in quanto bionde certificate, non siamo abituate a trattare argomenti seri.
Da un quotidiano di questa mattina leggo (non pensate male io leggo solo la prima pagina e quella dei giochi - unire i pallini è così sghicio!) che un partito di sinistra (e io faccio molta fatica a capire qual è la destra e la sinistra - e non solo in politica) ha proposto un disegno di legge che prevede che "nelle nostre sale cinematografiche siano proiettati due film su tre girati in Europa e firmati da un europeo. Solo uno può essere di provenienza extracomunitaria."
Ora, poiché sono una ragazza democratica, dirò che se fossi di sinistra tradurrei tutto questo nel fatto che questo partito voglia incentivare i registi europei a darsi una mossa e a far sì che producano anche loro ottimi film che nulla hanno da invidiare a quelli americani.
Se fossi di destra, continuerei a leggere l'articolo e ipotizzerei che "in pratica è un tentativo di giungere a una sorta di autarchia, impedendo alle pellicole statunitensi, che la fanno da padrone sul mercato specifico internazionale, di invadere il nostro Paese e quindi di omogeneizzare il gusto nazionale."
Lascerò al lettore di interpretare questa notizia come meglio crede.
Io, però, mi domando solo una cosa: per poter vedere Colin Farrel, Jake Gyllenhaal, Chris Evans e Tobey Mcguire devo andare in Svizzera oppure per poterli apprezzare in Italia questi attori sarebbero disposti a girare film comici con Massimo Boldi o drammatici con Martina Stella? No, scusate, comici con Martina Stella o drammatici con Massimo Boldi? Perché se accettano allora sto tranquilla.
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