Pride: il mensile della comunità gay italiana è una roba illeggibile e inguardabile. Nell'era di internet, se non ha intenzione di rinnovarsi nei contenuti e nella veste grafica sarebbe meglio che morisse, per destinare i soldi a progetti più interessanti e importanti per la comunità LGBT. Nota un tantino polemica, e forse pure fuori luogo, ma sto sassolino dalla scarpa volevo proprio togliermelo.
Per trovare qualcosa di interessante e di totalmente differente, come al solito bisogna guardare fuori dall'Italia. In questo caso in Olanda (ovvio) dove nel 2001 Gert Jonkers e Jop van Bennekon diedero vita alla rivista Butt, ovvero: "culo", giusto per essere chiari fin da subito. Trattasi di un vero e proprio caso di fagazine o fag mag: cioè un magazine rivolto in modo esplicito alla comunità LGBT, ma altrettanto chiara e decisa è la volontà dei fondatori di realizzare un magazine lontano dalle classiche riviste patinate e dal solito immaginario gay.
Caratteristiche che si ritrovano anche nell'impostazione grafica: scarna, secca e diretta, in netto contrasto con il morbido color rosa porcello che ha reso celebre la rivista.
Butt è un raccoglitore di interviste ad artisti della scena internazionale LGBT, conosciuti, affermati, main stream o emergenti, meno noti, ma non per questo deprezzati. Butt è continua ricerca di sperimentazioni artistiche visive e servizi fotografici di alta qualità e interesse, scatti estremamente naturali ma carichi di erotismo e provocazione, il più delle volte in linea con l'estetica e il porno omosessuale old style, non conformisti e non commercializzati da un gusto eccessivo dello stereotipo e del patinato.
I contenuti di Butt magazine non nascono solo da una redazione ma anche da un esercito di Butthead, ovvero dei fan, dei lettori che possono iscriversi al club butt, creare un proprio profilo, essere intervistati, parlare di se stessi e mostrare i loro progetti. Un club dove conoscersi e scambiarsi saperi artistici e creativi, organizzando incontri di qualsiasi tipo, creando nuove sinergie o semplicemente per rimorchiare (why not?).
Butt è anche pubblicità, sponsorizzazione e recensione di eventi culturali, performativi e formativi che si tengono nell'universo gayo internazionale, purtroppo da questo universo l'Italia è praticamente assente.
La versione cartacea di Butt purtroppo ha chiuso i battenti agli inizi del 2012, non avendo mai avuto il profitto come obbiettivo principale, ma solo la passione. Ma l'ottima versione web prosegue, ed un volume speciale della Taschen ha raccolto il meglio di 10 anni di Butt, ovviamente, tutto in inglese.
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