Oggi, 11 Novembre 2013, la Corte Suprema indiana ha confermato la validità della legge che definisce illegale l'omosessualità in India. Dopo il ricorso di alcune associazioni cattoliche, la Corte ha cassato una sentenza di un tribunale di Nuova Delhi del 2009, che rendeva legali i rapporti in privato tra adulti consenzienti dello stesso sesso. La legge ora ritiene l'omosessualità un comportamento contro natura, punito con sanzioni pecuniarie e con la detenzione fino a dieci anni.
Per la comunità LGBT (anche se io direi per tutta l'umanità) oggi è un'altra giornata di merda. Human Rights Watch, nella persona della sua direttrice per l'Asia Meridionale, ha affermato che il massimo tribunale indiano “ha cancellato anche il diritto di tutti, protetto a livello internazionale, alla privacy e alla non discriminazione” e ha aggiunto che “la sentenza della Corte Suprema è una deludente battuta d’arresto per la difesa della dignità umana, e per i diritti fondamentali alla privacy e alla non discriminazione”.
Considerando che la pena massima fino al 2009 era l'ergastolo, ora non mi stupisco più di nulla.
Considerando che la pena massima fino al 2009 era l'ergastolo, ora non mi stupisco più di nulla.
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