10 giugno 2015

Anche le bionde leggono! La prima rubrica letteraria di Blondissime.

Titolo: Le mie illusioni danno sul cortile
Autore: Sacha Sperling
Anno: 2014
Nazione: Francia
Editore: Einaudi, Stile Libero BIG
pp. 176


"Voi lo avrete sicuramente dimenticato, ma, come me, un giorno avete capito che la vostra vita sarebbe cominciata senza che poteste farci niente. Perché, come me, avete avuto quattordici anni."


Sacha Sperling, Le mie illusioni danno sul cortile


Parigi, un “figlio di papà” (anche se il padre vive da sempre con un’altra famiglia) trascorre le sue giornate, ma soprattutto le sue nottate tra droga, alcol, sesso occasionale e trip di ogni tipo, sempre in compagnia del suo nuovo “amico” Augustin. Sacha, protagonista del romanzo, ha soli quattordici anni, mentre Sacha, autore del romanzo, ne aveva diciannove quando nel 2009 ha scritto il suo primo lavoro, Le mie illusioni danno sul cortile. L’omonimia dei due potrebbe essere un caso ma forse non lo è. L’autore è infatti figlio d’arte, di due registi Diane Kurys e Alexandre Arcady, ma viene da sperare che l’opera non sia autobiografica. Dopo aver preso coscienza della vuota esistenza del protagonista chiunque vuole sperare che sia tutta una finzione. Sacha non protesta contro la società, Sacha non ha un bisogno disperato di attenzioni, non più di tanto, Sacha non è un disilluso, deluso o sconfitto da sogni irrealizzati. Sacha di sogni non ne ha, proprio come non ne ha Augustin, amico, amante, anche se di amare non è in grado, carnefice e complice. Entrambi si nutrono delle loro stesse debolezze, uno gode nell’essere amato, l’altro non gode quasi mai. Abulici e sdraiati, così vengono definiti nella quarta di copertina dell’edizione italiana. Non hanno uno scopo, un obiettivo, e si dividono tra trip devastanti e una vita famigliare finta, con genitori altrettanto sdraiati, ex sessantottini che vivono in belle case, danno feste e fanno viaggi per riempire il vuoto delle loro vite. Sacha vive con una madre incapace di accettare la propria esistenza, che lo rimprovera e lo esorta a studiare, a non perdere l’anno scolastico, un attimo prima di sentirsi dire “Mamma io esco!” e ritornare ad essere totalmente inutile a se stessa e al figlio.

Sperling è un maestro di scrittura, sia quando pare rimanere asettico e distaccato, sia quando ci folgora con i dettagli psichedelici dei viaggi mentali dei protagonisti. Le mie illusioni danno sul cortile non ha nulla a che fare con la ribellione adolescenziale, non è un romanzo di scoperta, la droga non è una forma di estasi, il sesso è un atto puramente fisico, da compiere perché anche altri lo fanno. Veniamo illusi per un istante dalla passione tra Sacha e Augustin, ma capiamo immediatamente che non sarà l’inizio di una redenzione, non si apriranno le porte del sentimento e del lieto fine.

Quattordici sono gli anni di Sacha, gli anni della primavera, dell’adolescenza, del nuovo mondo, gli anni di chi va a scuola alle otto del mattino, ma anche quelli di coloro che, alle otto del mattino, stanno aspettando da ore l’apertura di un fast food in centro per placare la fame chimica e nemmeno si sono fermati ad ammirare l’alba.

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