Titolo: Le mie illusioni danno sul cortile
Autore: Sacha SperlingAnno: 2014
Nazione: Francia
Editore: Einaudi, Stile Libero BIG
pp. 176
"Voi lo avrete sicuramente dimenticato, ma, come me, un giorno avete capito che la vostra vita sarebbe cominciata senza che poteste farci niente. Perché, come me, avete avuto quattordici anni."
Sacha Sperling, Le mie illusioni danno sul cortile
Parigi, un “figlio di papà” (anche se il padre vive da sempre con un’altra
famiglia) trascorre le sue giornate, ma soprattutto le sue nottate tra droga,
alcol, sesso occasionale e trip di ogni tipo, sempre in compagnia del suo nuovo
“amico” Augustin. Sacha, protagonista del romanzo, ha soli quattordici anni,
mentre Sacha, autore del romanzo, ne aveva diciannove quando nel 2009 ha
scritto il suo primo lavoro, Le mie
illusioni danno sul cortile. L’omonimia dei due potrebbe essere un caso ma
forse non lo è. L’autore è infatti figlio d’arte, di due registi Diane Kurys e
Alexandre Arcady, ma viene da sperare che l’opera non sia autobiografica. Dopo
aver preso coscienza della vuota esistenza del protagonista chiunque vuole
sperare che sia tutta una finzione. Sacha non protesta contro la società, Sacha
non ha un bisogno disperato di attenzioni, non più di tanto, Sacha non è un
disilluso, deluso o sconfitto da sogni irrealizzati. Sacha di sogni non ne ha,
proprio come non ne ha Augustin, amico, amante, anche se di amare non è in
grado, carnefice e complice. Entrambi si nutrono delle loro stesse debolezze,
uno gode nell’essere amato, l’altro non gode quasi mai. Abulici e sdraiati,
così vengono definiti nella quarta di copertina dell’edizione italiana. Non
hanno uno scopo, un obiettivo, e si dividono tra trip devastanti e una vita
famigliare finta, con genitori altrettanto sdraiati, ex sessantottini che
vivono in belle case, danno feste e fanno viaggi per riempire il vuoto delle
loro vite. Sacha vive con una madre incapace di accettare la propria esistenza,
che lo rimprovera e lo esorta a studiare, a non perdere l’anno scolastico, un
attimo prima di sentirsi dire “Mamma io esco!” e ritornare ad essere totalmente
inutile a se stessa e al figlio.
Sperling è un maestro di scrittura, sia quando pare rimanere asettico e
distaccato, sia quando ci folgora con i dettagli psichedelici dei viaggi
mentali dei protagonisti. Le mie
illusioni danno sul cortile non ha nulla a che fare con la ribellione
adolescenziale, non è un romanzo di scoperta, la droga non è una forma di
estasi, il sesso è un atto puramente fisico, da compiere perché anche altri lo
fanno. Veniamo illusi per un istante dalla passione tra Sacha e Augustin, ma
capiamo immediatamente che non sarà l’inizio di una redenzione, non si
apriranno le porte del sentimento e del lieto fine.
Quattordici sono gli anni di Sacha, gli anni della primavera, dell’adolescenza,
del nuovo mondo, gli anni di chi va a scuola alle otto del mattino, ma anche
quelli di coloro che, alle otto del mattino, stanno aspettando da ore l’apertura di un fast
food in centro per placare la fame chimica e nemmeno si sono fermati ad ammirare
l’alba.
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