Probabilmente gli adepti della Westboro
Baptist Church non si aspettavano una reazione così eclatante per
proteggere Michael Sam, il giocatore di football della University of
Missouri che la settimana scorsa ha fatto pubblicamente coming-out,
il primo della sua categoria.
I famosi omofobi di questa Chiesa si
erano mobilitati per protestare fuori dal campo dove si sarebbe
tenuta una partita di basket tra Missouri e Tennessee, dove Michael sarebbe stato presente. Ebbene, in tutta risposta migliaia di studenti
dell'università sono scesi letteralmente in campo nonostante il freddo polare, organizzandosi su Facebook e riuscendo a creare un muro
per proteggere e supportare il loro campione con t-shirt e spillette
“Stand with Sam” (noi stiamo con Sam”), uno vero e proprio
scudo umano per bloccare i protestanti integralisti cristiani.
Alla fine qualcuno di questi è
comunque apparso con i soliti cartelli “Dio odia i gay”, “Pena
di morte ai froci” e questo genere di simpatici inni, ma la loro
presenza è stata annientata dal cordone di 650 e più studenti
posti a proteggere la partita, mano nella mano, a braccetto, spalla a
spalla, con le suddette magliette e con tante bellissime bandiere
arcobaleno.
La cosa che mi lascia alquanto perplesso è come l'Italia (in questo caso Repubblica.it) abbia totalmente ignorato la ragione per cui i tifosi fossero così mobilitati, riportando sì la notizia di Michael, ma ignorando totalmente la vera causa dei tifosi contro l'omofobia. Perché?
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