17 gennaio 2013

Videogaymes, il libro di Luca de Santis

Ma come, esce un libro sull'omosessualità nei videogiochi e io non lo vengo a sapere?! Mentre la Franka è più ferrata in materia di fumetti, io da bravo gaymer dovevo assolutamente scriverne. In effetti il tema non è di spicco, ed analizzare più di 30 anni di videogiochi e scoprirne i personaggi gay, in effetti merita uno schiocco di dita non indifferente al caro Luca de Santis. Il libro argomenta come dal 1975 ad oggi sia cambiato il modo di come vengono visti e proposti modelli GLBT attraverso i video giochi, dal super razzista "Mad Party Fucker", dove il personaggio doveva scopare più donne possibili ed evitare di essere sodomizzato dai finocchi, fino a "Sims 3" dove due persone dello stesso sesso possono tranquillamente sposarsi, anello incluso.

Io da bravo malato di videogames qual ero da ragazzino, a pensarci bene mi vengono in mente tanti e tanti esempi anche abbastanza evidenti! Io ero amante dei così detti "picchiaduro", e sceglievo quasi sempre personaggi femminili con abitini striminziti e tette enormi. Ma questi erano perlopiù rivolti ad un pubblico di maschi sfigati e segaioli, mentre io della splendida Mai Shiranui ammiravo la classe e l'eleganza.

Il gioco era uno dei miei preferiti, The King of Fighter, e al suo interno si potevano trovare il simpatico Benimaru (una chècca odiosa e fortissima) e la cara King (lesbica, ma solo un po' eh).


Se poi penso anche al classico picchiaduro per eccellenza, Street Fighter, che quest'anno compie ben 25 anni, non posso che pensare al caro bestione muscoloso Zangief, il russo peloso con addosso sempre uno slippino rosso con qualsiasi clima, non ha la fidanzata ma ama tanto la lotta con gli orsi (sì, Zangief, sì, sei maschissima). Insomma, è il prototipo del bear, adoriamolo!


Gli esempi sono tanti, e penso che il libro sia un'ottima lettura per studiare quanto è cambiato nel mondo dei video giochi, che ha accompagnato e tutt'ora accompagna le generazioni di ragazzini smanettoni di tutte le età. Che poi questi da una smaccata omofobia si siano evoluti sempre di più verso una raffigurazione dell'omosessualità sempre più quotidiana, è ancora meglio. La copertina del libro fa un po' pietà, ma sarei proprio curioso di leggerlo, lo devo aggiungere alla mia wish list! 

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